sabato 11 novembre 2017

Condannato dal Csm il procuratore aggiunto Valter Giovannini

Uno degli esponenti più illustri della Procura di Bologna è stato condannato dal CSM.
Perché questa notizia dovrebbe preoccuparci? 

I motivi sono tanti e molto gravi.



La sentenza, così come si legge sui giornali, recita, in sedici pagine, che Valter Giovannini "è venuto meno ai doveri fondamentali di un magistrato", tra i quali "la tutela della dignità della persona". 


Ha riguardato il caso del suicidio di una farmacista bolognese, Vera Guidetti, nell'ambito di una vicenda in cui il procuratore aggiunto non si è comportato con "imparzialità, correttezza, diligenza, riserbo, equilibrio e rispetto della dignità della persona nell'esercizio delle sue funzioni".

E' un'accusa gravissima quella (attesa e) arrivata dal Consiglio Superiore della Magistratura, perché non rispettare i diritti fondamentali di una persona è gravissimo; ben più grave è se a commettere questa negligenza sia stato un magistrato che ha approfittato della sua posizione per intimorire una (non) indagata. 

Imperdonabile è il fatto che la conseguenza (seppure ritenuta dal Csm non ascrivibile a quell'interrogatorio illegittimo, perché "evento imprevedibile e non cagionato dalla condotta del magistrato") di questo abuso di potere sia stata la morte di due persone, una delle quali, come ella stessa ha scritto prima di morire, "trattata dal dottor Giovannini come una criminale". 

Come si può leggere, il magistrato, per non avere iscritto nel registro degli indagati una farmacista che stava presumibilmente coprendo un suo amico per un furto in un appartamento, ha commesso "una grave violazione determinata da negligenza inescusabile". 

Per questo motivo, il Csm (con relatore Luca Palamara e Presidente Antonio Leone) ha condannato il procuratore aggiunto Valter Giovannini alla censura. 

Il magistrato bolognese ed il suo legale hanno presentato subito ricorso in Cassazione contro la sentenza del Csm: tuttavia, parrebbe alquanto fragile la sua difesa, che, da come ha dichiarato su Repubblica Bologna (articolo nella foto in basso), non farebbe riferimento a delle normative di legge, bensì ad una semplice circolare del Procuratore di Roma.

A proposito di Repubblica Bologna, al sottoscritto ha infastidito un'altra intervista che il quotidiano ha riservato al procuratore Giovannini nei mesi scorsi. In quell'intervista (riportata in questo articolo nel link) il magistrato, pur essendo già stato condannato dal Csm per i fatti di cui sopra, ha continuato ad elargire consigli su eventuali modifiche di leggi vigenti per far sì che i magistrati potessero sancire pene più gravi agli imputati.

Con tanti personaggi che ci sono nel panorama giudiziario emiliano romagnolo, è possibile che sia stato intervistato proprio lui che è venuto meno ai doveri fondamentali del magistrato?

Comunque, per ora, giustizia è stata fatta, forse.

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